giovedì 11 marzo 2010

Salvatore Sottile, Paola Saluzzi, Giuseppe San Giovanni

Il 4 maggio 2005 parlano Salvatore Sottile, portavoce di Gianfranco Fini, e un Lorenzo non identificato

L: "Si chiama Elisabetta... aspetta che m'ha mandato il curriculum, Elisabetta G. Un bel tipo, ma insomma, molto carina, un metro e settanta, bionda... insomma eh, preparata. Questa qui ha fatto anche Rivombrosa, pensavo fosse un po' la classica... zoccolona e invece non è male.
S: "E che vuole fare?"
L: "Questa intanto vuole fare ospitate, quindi già è una cosa facile (ride). E' andata, vabbè, da Marzullo due o tre volte, e poi mi ha spiegato questa storia perché io, boh, non avevo capito molto bene. No no, che Marzullo la voleva dare un po' in pasto in giro"
S: "(...) un po' in pasto?"
L: "Sì sì, la voleva dà a Flavio in pasto, un po' in giro"
S: "Quindi gliel'ha data già"
L: "No, non gliel'ha data a nessuno, no no"
S: "Sì, come no figuriamoci"
L: "Beh no, almeno, che ne so, non mi sembra, beh se gliel'ha data figurati se non lavorava"
S: "E perché non l'ha fatto lei, scusa?"
L: "Non l'ha fatto in che senso, con Flavio?"
L: "Perché lei ha detto: "Prima vedere cammello, poi" (...)"
S: "Ah. ho capito. Invece quelle altre due che dicevi?"
L: "Quelle altre due le devo chiamare, sono buone solo per un pranzo"

Il 21 aprile del 2005 Paola Saluzzi, conduttrice televisiva, telefona a Salvatore Sottile. Saluzzi è "P", Sottile è "S".

P: "Prezioso Sottile sono Saluzzi!"
S: "Oh...!"
P: "Come una cavallettina, perché ti ho visto ieri... come vedi subito ti penso!"
S: "Guardi signora io l'ho vista ieri e... ho pensato, peccato che non è da sola perché, porca miseria... eh... (risata)"
P: "Lei è un uomo sposato, e ha una donna stupenda, sa... per cui..."
S: "Non ha importanza... perché io se la rivedo lo... lo ripenso di nuovo e io che pensavo.... e io che pensavo, guarda questa però, c'hanno ragione quelli che mi dicevano che è pure bona! Eh! Quello è stato il mio pensiero. Ieri poi, quando ti ho visto, ho detto porca miseria, questa la fermo"
P: "Io rientro il due maggio con Falon Selvaggio, ho bisogno di te, Salvo! Giletti si sta fottendo Unomattina!"
S: "Uno Mattina!"
P: "E questo è un'ingiustizia, si! Perché il frocione prima di andare via sistema... sistema la fidanzata, scusami i toni... Allora, Salvo, sono furibonda perché sono mesi che quelli... Massimo Cinque sta chiedendo di me, in continuazione, perché dai, dai risultati di mercato.. emerge solo il mio nome... E Del Noce vuol chiudere, portando la sua ragazza a condurre Unomattina. Allora Salvo (...) il problema è Giletti, cioè questo si va a conquistare un programma che, Salvo credimi non è il suo. E poi per parlare con te con quella concretezza che con altri non è possibile avere, Salvo!"
S: "Va bene, va bene!"
P: "Perché tu ci... esisti perché sei quello che sei e... altri vivacchiano e... partecipano più o meno alla mensa ma così, in maniera molto privata. Sappi Salvo che per l'estate, siccome io non ho più una lira, ma questo è un problema mio non deve essere tuo, sto chiedendo lavoro a Paolo Ruffini!"
S: "Se tu vuoi io glielo dico, eh! Siccome lo conosco... so che mi chiederà... mi chiederà di mandare di mandarci Fini... di mandare Fini a Ballarò"

CATTANEO E MONSÉ

L'11 marzo 2005, parlano Sottile e Giuseppe San Giovanni

S: "A Maria (Monsè, ndr)?"
G: "Eh, è troppo invadente, troppo seccante, veramente"
S: "Sì. No, è invadente dal punto di vista lavorativo. Dall'altro punto di vista non parla, eh?"
G: "Ah-ah"
S: "Dall'altro punto di vista è siciliana, non parla"
G: "Quello, quello, già è un punto; però io non ho mai approfondito, devo dire con..."
S: "Eh-eh, io non solo ho approfondito, ma so dove va ad approfondire lei" (ride)
G: "E quindi va.. vale la pena?"
S: "No lei è un bel tipo; un bel tipo di porcella è. Porcella doc"
G: "Che io poi non me la tolgo più di torno, hai capito?"
S: "No, no. Tu non te la levi più di torno però bisogna trovare la scansione giusta. Dobbiamo trovare una cosetta dove si può inserire anche lei e in quel caso far valere come dire, l'opzione che tu hai esercitato, così. Dici: "Ah, solo per questo caso si può fare, eh, non si può fare sempre" (...) ti conviene (...) Cattaneo (ride)"
G: "e infatti, e (...) no"
S: (ride) "minchia, stavo a morire dal ridere"
G: "con lui?"
S: "con Cattaneo? no con lei che mi raccontava (ride)"
G: "(...) lui?"
S: "e certo"
G: "ah, ah, ah, vabbé però gli è, gli è convenuto no a lei?" (...)
S: "a lei, si, eh insomma, si, si, gli è convenuto, insomma non è che ha fatto granché"
G: "ah no?"
S: "non è che ha fatto granché"
G: "lui o lei?"
S: "(...) no lei non è che ha fatto granché. C'ha un fidanzato, un fidanzato che è il più fesso dei fessi, che fa l'imprenditore"

(da Repubblica)

Fabrizio Corona, Max Scarfone

Il fotografo Max Scarfone chiama Fabrizio Corona.
Max: A Fabry... io stasera sto a gettà le basi per un gran futuro...
Fabrizio: Cioè?
M: (incomprensibile)... solo che purtroppo mo' mi è scappato..
F: Chi è?
M: Non te lo posso neanche dire per telefono... tu ti rendi conto? Ti dico un personaggio importantissimo... della politica... a transessuali... ti dico solo questa.
F: inizia con la P?
M: (incomprensibile)... no ti devo spiegare tutto quanto Fabry... no adesso purtroppo ci è scappato... abbiamo fatto solo che si è accostato col trans vicino... vicino alla macchina e poi si è dato... perché mi sa che un po' stava ubriaco un po' si è sentito eh... io per dargli un d'aria per non stargli troppo appiccicato... perché se questo mi prende la targa io domani mattina c'ho la Digos che mi smonta casa eh... hai capito, quindi lavoriamoci bene... io domani so dove abita e tutto quanto e ci lavoriamo.
F: (incomprensibile)
* * * omissis
F: Che non c'entra niente con quest'altro servizio?
M: C'entra tutto è lui... cioè... ma ti stai rendendo... hai capito di che stamo a parlà...? Cioè ma hai capito che ti sto a dì?
F: (incomprensibile)
M: C'ho lui con la zoccola vicino... con le tette così... col transessuale... tutta nuda... vicino alla macchina sua.
F: E fammi lavorà!!
M: Oh Fabbry... ti voglio solo dire una cosa... ti voglio di na cosa... questi erano pure contrari (incomprensibile)... siccome io parlo... decido... adesso siamo in quattro a saperla...
F: Posso lavorarci..? Finisci... ci bastano queste...
M: No non ci bastano perché purtroppo... purtroppo noi per seguire a lui non lo abbiamo fatto mentre monta in macchina... quindi c'ho solamente lui con la targa... e la macchina... tutto quanto.
F: Ma non si vede lui..
M: E te pare che se si vedeva... sai dove stavo adesso... stavo già con lo champagne in mano da 900 euro... ascoltami a me... sta settimana io parto per New York e ci lavoro tutto quanto Lele...
F: Fammi vedere le foto prima... fammi ragionare...
M: Ascoltami..
F: È il mio pane questo..
M: E lo so che è il tuo pane (incomprensibile) se non Fabry mi fai pentire di questa cosa (incomprensibile)... io ti porto le foto di lui... perché chi lo fa una volta lo fa sempre... lui se le è fatte tutte le mignotte.. c'hai presente che ogni mignotta... ogni transessuale lui si è fermato... a ognuno si fermava le guardava... non gli piaceva e mandava avanti... si fermava le guardava... non gli piaceva e mandava avanti... a una gli si è proprio fermato... e c'ho la foto di lui con la macchina tutto quanto col mignottone vicino col transessuale vicino..
F: Ma con la scorta?
M: Ma quale scorta...
F: Solo?
M: Da solo...

(da Repubblica)

Piero Fassino, Giampiero Fiorani, Stefano Ricucci, Luigi Grillo et al.

4 luglio 2005
Grillo: Domani sera mi ha dato appuntamento anche Berlusconi, alle 19, che voleva essere aggiornato.
Fiorani: Sì. E sai, però a questo punto temo che la posizione... noi siamo ad un passo da poter... noi abbiamo già prenotato gli spazi sui giornali per mercoledì.
Grillo: Sì.
Fiorani: fai tu il conto, per annunciare che partiamo con l'Opa.
Grillo: Certo.
Fiorani: Siamo a questo punto, no? Per cui non c'è neanche più nessun dubbio, nessuna incertezza...
Grillo: Non ce n'è.
Fiorani: Se non la sua firma finale sulla autorizzazione che potrebbe...
Grillo: Speriamo, speriamo, speriamo che non ci deluda.
Il riferimento è ad Antonio Fazio, l'ex governatore della Banca d'Italia che in quei giorni doveva dare il via libera all'offerta di Fiorani su Antonveneta.

10 luglio 2005
Fiorani: Hai visto che stamattina è apparsa la notizia allora che Unipol manda avanti l'operazione, servito su un piatto d'argento. Voglio vedere se per Unipol hanno usato gli stessi pre... gli stessi prerogativi e gli stessi rigori che hanno usato per noi.
Grillo: E certo.
Fiorani: Quelli alzan la voce, sostengono politicamente, c'è Fassino che parla e ottiene un gran appoggio, per cui Fassino - pensa te che meraviglia - viene... viene lì a sdoganare anche Ricucci o... (parole incomprensibili, nota del perito) la vera mente finanziaria del Paese è Ricucci che viene sdoganato sia da Berlusconi che da Fassino, il che è il colmo dei colmi! ma positivo dico io, eh!
Grillo: Sì, sì.

15 luglio 2005
Grillo: "Mah, sì adesso stiamo un po' valutando. Adesso tra l'altro, ho visto anche Berlusconi e oggi c'è il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica sul Dpef cui avevano partecipato sia il governatore Fazio che il premier, ndr) e quindi... ci va anche lui, si parleranno quindi insomma... Ma era stato molto utile, è stato molto utile... adesso devo fare ancora una visita.

8 luglio 2005
Latorre: Pronto?
Ricucci: Senatore.
Latorre: Ohè.
Ricucci: Abbiamo fatto un bel regalo, eh, gli abbiamo fatto a Gianni.
Latorre: Ah?
Ricucci: Dico, diglielo a Gianni che abbiamo fatto 'sto regalo, eh!
Latorre: Io non... quando parlo con...! Non lo... spero di sentirlo, ma lui, lui in questi giorni siccome è impegnato in questa cosa, si è chiuso ermeticamente, diciamo, chissà se riesco.
Ricucci: No, no. Ha parlato pure con Fassino... Va beh, con Piero... cioè parlava ieri.
Latorre: Ah, ho capito, ho capito.
Ricucci: e quindi gli abbiamo fatto un regalo, gli abbiamo fatto. Su un piatto d'argento gliel'abbiamo servita, eh!
Latorre: Ho capito.
Dopo qualche frase su argomenti personali il discorso riprende.
Ricucci: Gli hai detto a Piero, a Fassino, che lo... l'ho ringraziato? L'hai ringraziato per me?
Latorre: Gliel'ho detto, gliel'ho detto...

18 luglio 2005
Consorte: Ciao Piero, sono Gianni.
Fassino: Allora? Siamo padroni della Banca?
Consorte: È chiusa, sì.
Fassino: Siete padroni della banca, io non c'entro niente (ride).
Consorte: Si, sì, è fatta.
Fassino: È fatta.
Consorte: Abbiamo finito proprio cinque minuti fa, è stata una roba durissima però, insomma...
Fassino: E alla fine cosa viene fuori? Fammi un po' il quadro, alla fine.
Consorte: Alla fine viene fuori che noi abbiamo... eh... diciamo quattro banche... dunque, quattro cooperative...
Fassino: Sì..
Consorte: Che sono...
Fassino: Che prendono?
Consorte: Quattro cooperative il 4% (...)
Fassino: Diciamo Adriatica, Liguria...
Consorte: Piemonte... e Modena.
Fassino: E Modena, perfetto. E poi?
Consorte: Poi ci sono, diciamo quattro banche italiane...
Fassino: Sì.
Consorte: Che l'un per l'altra hanno il 12% (...) Poi abbiamo tre banche internazionali, che sono Nomura, Credit Suisse e Deutsche Bank...
Fassino: Uhm...
Consorte: Che hanno l'un per l'altra circa il 14 e 1/2%...
Fassino: 14 e 1/2%...
Consorte: Sì, poi abbiamo Hopa che ha il 4 e 99...
Fassino: Sì
Consorte: Poi abbiamo 2 imprenditori privati: Marcellino Gavio e Pascop, che hanno l'1 e 1/2...
Fassino: Insieme?
Consorte: Insieme. E poi ad oggi c'è Unipol che ha il 15...
Fassino: Chi? Unipol?
Consorte: Unipol. Quindi la prima cosa è che queste quote acquisite sono... sono state acquisite da... non da noi, ma dagli alleati...
Fassino: Uhm
Consorte: Dagli immobiliaristi che sono totalmente fuori...
Fassino: Tu adesso...
Consorte: Io?
Fassino: Che operazione fai dopo questa?
Consorte: Ho lanciato l'Opa!
Fassino: Hai già lanciato l'Opa obbligatoria?
Consorte: Esatto, questa mattina...
Fassino: Sì
Consorte: Allo stesso prezzo...
Fassino: Sì...
Consorte: Al quale sono state fatte le cessioni delle quote delle azioni degli immobiliaristi...
Fassino: Due e sette?
Consorte: Esatto. Per eliminare ogni tipo di speculazione che non... non sono trattate tutte allo stesso modo...
Fassino: E certo, bene!
Consorte: La legge ci avrebbe permesso di lanciare a 2 e 52...
Fassino: E la BBVA cosa offre?
Consorte: 2 e 52, ma in azioni. Noi offriamo soltanto cash!
Fassino: Cazzo!
Consorte: No? Quindi è una cosa totalmente diversa. E in realtà noi abbiamo già in mano il 51 però.

(da Repubblica)

Massimo D'Alema, Giovanni Consorte

7 luglio 2005. Il colloquio è tra Consorte e Latorre ma a un certo punto il telefono viene passato a D'Alema.

- D'Alema: va bene. Vai avanti vai!
- Consorte: Massimo noi ce la mettiamo tutta.
- D'Alema: facci sognare. Vai!
- Consorte: anche perché se ce la facciamo abbiamo recuperato un pezzo di storia, Massimo. Perché la Bnl era nata come banca per il mondo cooperativo.
- D'Alema: e si chiama del Lavoro, quindi possiamo dimenticare?
- Consorte: esatto. E' da fare uno sforzo mostruoso ma vale la pena a un anno dalle elezioni.
- D'Alema: va bene, vai!

Poco prima la conversazione tra D'Alema e Consorte sarebbe iniziata con toni scherzosi.
- D'Alema: Lei è quello di cui parlano tutti i giornali? - Consorte: Guardi, la mia più grande s... io volevo passare inosservato ma non riesco a farcela.

- D'Alema: Eh... inosservato, sì!
- Consorte: Massimo, ti giuro, il mestiere che faccio io più si passa inosservati e meglio è... niente Massimo, sto provando a farcela... Con l'ingegnere abbiamo chiuso l'accordo questa sera.

- D'Alema: Ah!
- Consorte: Nel senso che loro ci danno tutto. Adesso mi manca un passaggio importante e fondamentale. Sto riunendo i cooperatori perché sono tutti gasati... Gli ho detto, però, dovete darmi i soldi, non è che potete solo incoraggiarmi.

- D'Alema: Di quanto hai bisogno ancora?
- Consorte: Di qualche centinaio di milioni di euro.

- D'Alema: E dopo di che fate da soli?
- Consorte: Sì, sì.

- D'Alema: Tutto da soli.
- Consorte: Sì, Unipol, cinque banche, quattro popolari e una banca svizzera.

- D'Alema: Ah, ah.
- Consorte: E... eh... (parola incomprensibile) lì poi andiamo avanti. Ah no! C'è Hopa anche Hopa che lo fa. E andiamo avanti, facciamo tutto noi. Avremo il 70% di Bnl.

- D'Alema: Ho capito.
- Consorte: Secondo te Massimo ci possono rompere i c... a quel punto?

- D'Alema: No, no, no. Sì qualcuno storcerà il naso, diranno che tu sei amico di Gnutti e Fiorani.

(da Repubblica)

Piero Fassino, Giovanni Consorte

5 luglio 2005. Fassino parlando con Consorte gli spiega che l'allora numero uno di Bnl, Luigi Abete, vuole vederlo per parlargli.
- Fassino: Gli... gli altri cosa fa? Perchè mi ha chiamato Abete.
- Consorte: sì
- Fassino: chiedendomi di vederci, non mi ha spiegato, cioè voglio parlarti, parlarti a voce, a voce, viene tra un po'.
- Consorte: uhm.
- Fassino: su quel fronte lì cosa succede?
- Consorte: mah, guarda, su quel fronte lì... eh noi con.. però tu... ma questa... eh... non gliela devi dire a lui...
- Fassino: ma io non gli dico niente, voglio sapere, voglio solo avere elementi utili per il colloquio.
- Consorte: no, no, no. No, no. Ti sto infatti...

- Fassino: sto abbottonatissimo.
- Consorte: eh. No, ma ti dico anche quello che puoi dire e non dire, solo questo.
- Fassino: ecco meglio così. Dimmi tu.
- Consorte: noi, sostanzialmente con gli spagnoli un accordo l'abbiamo raggiunto.
- Fassino: sì.
- Consorte: anzi, non sostanzialmente ma di fatto proprio, concreto. Uhm! Naturalmente ci siamo riservati di sentire i nostri organi.
La telefonata prosegue su argomenti personali per poi riprendere:
- Fassino: ma sarebbe un accordo che si configurerebbe come?
- Consorte: l'accordo si configura che noi aderiamo alla loro ops...
- Fassino: eh.
- Consorte: loro ci danno il controllo di Bnl Vita.

- Fassino: vi passano a voi le quote di Bnl Vita?
- Consorte: sì.
- Consorte: sì, sì e soprattutto ci danno tutti gli assets, quindi otto miliardi di euro che Bnl Vita gestisce, cioè tutta l'azienda proprio, praticamente no? Poi ci danno un altro oggetto...
- Fassino: ehm.
- Consorte: che però non si può dire oggi.
- Consorte: e poi d'altra parte il vero problema è che noi non riusciamo a chiudere l'accordo con Caltagirone, questo è il problema vero.
- Fassino: qual è il problema?
- Consorte: fa richieste assurde.

(da Repubblica)

Paolo Guzzanti, Mario Scaramella

La ‘character assassination’ di Romano Prodi. E' il 28 gennaio del 2006.
Mario Scaramella: "Il segnale che io ho avuto è questo: non c'è un'informazione Prodi uguale agente Kgb, ma parliamo di "coltivazione", contatti".
Paolo Guzzanti: "Coltivazione è abbastanza, eh?!".
Scaramella: "Per me, è moltissimo. È quello che mi viene detto. A questo punto, non pretendete una dichiarazione da chicchessia che dica "Prodi è un agente"". Guzzanti: "Perché, "coltivato" invece si?".
Guzzanti: "Scusa Mario, abbi pazienza! Per me, agente o "coltivato" va bene. "Amico dell'Unione Sovietica" non significa un cazzo! Che mi frega a me? Che ti pare una notizia, "Prodi amico dell'Unione Sovietica"? Ci aveva pure [rapporti] con l'Istituto Plecanov. Mi stai a prendere per il culo, scusa? "Coltivato" a me va benissimo, perché l'espressione "coltivato" significa quel che significa nel linguaggio di intelligence".

Guzzanti: "Mario, scusami, do alle parole l'importanza delle parole. Allora, in quella cosa lì si dice: "our man". Tu pronunci la sigla e quello dice "Yes!"".
Scaramella: "Certo, certo".
Guzzanti: "Punto e basta! Non voglio sapere altro! L'unica domanda è: queste frasi sono confermate e confermabili?".
Scaramella: "Assolutamente sì".
Guzzanti: "E allora questo è l'unico punto, ma mi serve certificato e marca da bollo".
Scaramella: "Anche più di quello. Con questo meccanismo si può arrivare a dire: "Sì, io so che [Prodi] era in contatto con gli ufficiali del V dipartimento [del Kgb], con i... con un ufficiale del servizio A... Eh, la notizia viene specificata. Il discorso è questo: non c'è dubbio sull'autenticità, la veridicità e la confermabilità delle dichiarazioni".
Guzzanti: "Io voglio che lui...".
Scaramella: "Quello che ha detto non lo dice, questo è il punto... Quella mezza parola in più rispetto a quello che ha detto, lui alla fine dice: "Era sotto coltivazione come promettente obiettivo di..."".

Guzzanti: "Questa è una cosa di cui non me ne frega niente! Io voglio sapere se lui non smentirà mai di aver detto quello che ha detto. Punto! La "coltivazione"... il IV dipartimento... queste possono essere successive cose. Io devo poter dire: "Il signor O. G. (Oleg Gordievskij), parlando del signor R. P. (Romano Prodi) dice così. Punto!".
Scaramella: "Io non sono in grado oggi di dire se lui è in grado di ripeterlo. Lo ha detto e lo conferma".
Guzzanti: "A me mi basta che lui non smentisca di averlo detto!".
Scaramella: "Quel che ci abbiamo è acquisito, Capo, senza possibilità di manipolazioni. Tu hai qualche dettaglio in più dell'incontro con il Capo? [Berlusconi]".

Guzzanti: "La notizia ha avuto un forte impatto. Io quando vado da lui gli dico le cose a voce ma, contemporaneamente, gli metto sotto il naso un appunto scritto in cui ci sono le stesse cose che gli sto dicendo e nell'appunto scritto - che lui s'è letto e riletto sottolineando i punti salienti, scrivendo 1, 2, 3, come fa lui - ci sono le cose di cui abbiamo parlato come futuro... Annuiva gravemente, come uno che non solo è..., anzi, quando io ho detto: "Sai, il problema di questa faccenda è che, se noi andiamo a un processo, poi è una (parola incomprensibile)... è una cosa in cui dobbiamo dimostrare ciò che diciamo", e lui, sorprendendomi un po',... però ho capito che ha voglia di giocare all'attacco. Ha detto: "Beh, un momento! Intanto però, li costringiamo a difendersi". Questa l'ho trovata una reazione estremamente positiva. (...) E contemporaneamente io gli dico: "Guarda, ... ti porto il risultato e quindi (frase incomprensibile)".
Scaramella: "Io lavoro a blindare quel po' che abbiamo. Se serve di più io ho dei canali (...) Ce ne sono tre possibili: 1) Stati Uniti, dove c'è stato abbastanza chiaramente detto tutto quello che era gestito in un modo, poi è diventato friendly dall'altra parte. Quindi ci sono dei seri limiti, però forzabili. 2) San Marino. San Marino ha una banca puttana che è quella che fa le cose sporche: è la Cassa di Risparmio. Tu saprai certamente che Nomisma ha delle sostanziali quote in Cassa di Risparmio, cioè la Cassa di Risparmio è proprietaria di una buona fetta di Nomisma".
Guzzanti: "Sì".

Scaramella: "Io so che i collegamenti finanziari che ci sono stati in passato sono stati anche tramite San Marino. Allora c'è un canale proprio di indagine da cui possono uscire degli elementi anche di esposizione. Mò ho, per esempio, lunedì, con la Procura di Bologna che, indirettamente, potrebbe diventare recipiente di alcune informazioni, non dirette, ma indirette".
Guzzanti: "Quando ce l'hai l'incontro?".
Scaramella: "Con De Nicola (procuratore di Bologna ndr.) ce l'ho lunedì a Bologna alle 11. Allora potrebbe essere, non direttamente, non esplicitamente facendo i nomi, ma dando la pista: "Guardate i soldi di Mosca. Dalla Cassa di Risparmio finiscono in primarie società". E si arriva a Nomisma. È un altro di quei passaggi che poi un domani, al livello giudiziario...".
Guzzanti: "Certo".

Scaramella: "Il terzo [canale] è frontale. (...) Ho la possibilità di accesso a questi documenti a Mosca, legalmente (...) E' una cosa diversa dalla rogatoria".
Guzzanti: "Lì mi pare che Vladimir (Bukovskij) ti ha detto "vai da questi", no? O te lo ha detto Oleg (Gordievskij)?".
Scaramella: "L'ha detto proprio Oleg. Oleg ha detto: "Vai e dai 200 dollari a qualcuno..."".
Guzzanti: "Sì, sì, sì".
Scaramella: "Non ti sfugge il livello di esposizione di chi si va a prendere, non autorizzato, le informazioni in un momento così delicato con i russi. Cioè, io lo so fare e lo faccio bene e lo faccio immediatamente".
Scaramella è preoccupato di andarsene a Mosca a contattare agenti del Kgb, a chiedere loro - in cambio di soldi - documenti riservati senza un ombrello politico o diplomatico.
Guzzanti: "E convocare un ufficio di presidenza [della Commissione]?".
Scaramella: "Quello non serve, scusami, perché io ho già la delega dell'ufficio".
Guzzanti: "E allora?".

Scaramella: "Voi mi avete già contattato... e Fini (allora ministro degli Esteri, ndr) ha scritto all'ambasciata. Si può fare questo passaggio. Va bene".
Guzzanti: "Ma i tempi? Tutto deve essere consegnato al più tardi per venerdì prossimo".
Scaramella: "Per il 10, eh? E allora mi organizzo questa settimana di andare a Mosca (...) Se puoi fare tu un passaggio, visto che noi abbiamo la lettera di Fini che dice: "Ho dato istruzioni...", si potrebbe fare lunedì un passaggio. Io vado da martedì, mercoledì. Vado a Mosca e torno con un bottino anche più grasso dell'agenzia ecologica. La missione giustifica comunque anche l'accesso a tutta una serie di canali che poi sono anche miei. (...) E quindi, superiamo Oleg. Oleg diventa la fonte che ha indicato e poi uno ha approfondito. E... se il tuo Capo, come dire, va poi... che in teoria si potrebbero urtare suscettibilità del governo russo, questo è il punto. Per me, non c'è nessun problema. È sostenibile, poi, dopo, questo passaggio?".
Guzzanti: "È chiaro che se tu stai facendo una cosa e ci... qualsiasi problema sarebbe risolto per via immediata con un colpo di telefono a (nome incomprensibile)".

(da Repubblica)

Achille Toro, Giovanni Ferrara, Salvatore Sciullo

Telefonata delle ore 8,17 del 10.2.2010, dall'avvocato Salvatore Sciullo al procuratore aggiunto Achille Toro. Sciullo: «Buongiorno dottore, mi scusi se la disturbo a quest'ora, io sono qui a casa di Camillo (figlio del procuratore, ndr) perché stanno facendo una perquisizione da parte della procura di Firenze». Achille Toro: «Oh... madonna mia». S: «Allora. volevo sapere... da lei non stanno facendo nulla?». AT: «No... ». S: «È un procedimento contro Azzopardi, Cerruti, Belmonte con riferimento a una rivelazione del segreto d'ufficio per un... eventuale appalto... sembra... della contestazione».

AT: «Oh mamma mia, mi ripete un attimo, quali indagati?» S: «Azzopardi, Cerruti, Di Belmonte». AT: «Oh mannaggia». S: «Adesso stanno facendo la perquisizione... comunque io sto qui in presenza, non ci sono problemi» (...). AT: «E Camillo?». S: «A Camillo un 326, un 378, rivelazioni di segreto d'ufficio». AT: «Rivelazione di segreto d'ufficio, mannaggia la miseria». S: Non si preoccupi, ci sono io a tranquillizzarla, le faccio sapere più tardi».

LA TELEFONATA FRA IL «VICE» E IL «CAPO» Alle 12.26 del 10 febbraio Achille Toro parla col suo superiore, il procuratore capo Giovanni Ferrara. Toro: «Me ne sono tornato a casa Gianni». Ferrara: «Sei a casa adesso...». T: «Sì, sono andati a perquisire pure dove stava Stefano (si sbaglia, ndr) all'ufficio ... delle Infrastrutture». F: «Dove?», T: «A Porta Pia, te l'ho accennato no?» (...). F: «Domani vieni che vediamo che cosa accade sui giornali (...)». T: «Parlano dell'arresto di Bertolaso». F: «Ma non l'hanno mica arrestato!» (...). T: «Voglio la copia di quello che hanno notificato a mio figlio per capire che cacchio stanno facendo... mi preoccupa sto fatto che sono andati a perquisirlo nell'ufficio romano, figurati un pochettino, l'immagine per lui (...). vabbè, niente Gianni, non me la sento oggi».

CHIAMA REPUBBLICA: «ACHILLE CHE MI DICI?» Alle 15.51 del 10 febbraio un redattore di Repubblica telefona ad Achille Toro: «Achille, non scappare... ». T: «Che vuoi che ti dica? Non so bene di che cacchio si parla... ». G: «È vera o e falsa? Perché non ti vogliamo mica mettere in mezzo se è falsa (...) praticamente mi chiama il collega (...), mi fa, dice, "guarda, forse si deve verificare se Achille è raggiunto da qualche cosa"». T: «A me non è arrivato niente». G: «"A me mi pare difficile, impossibile conoscendolo"». T: «(...) è un clima... tu hai capito, da quando la storia di Genchi, non campo più». G: «Te ne devi fregare». T: «(...) Io non mi sono occupato personalmente di queste cose, non ero in quell'indagine del pm Colaiocco, la seguiva il procuratore (...)».

LA NOMINA DI BERTOLASO? «SE NON L'ARRESTANO PRIMA»Prima che arrivi lo tsunami giudiziario, Achille e Camillo Toro scherzano sulla futura nomina di Bertolaso a sottosegretario. A: «Bertolaso dovrebbero farlo prima». C: «Prima?». A: «Ah, no, forse no, aspettano tutti». C: «Se non l'arrestano prima». Achille ride. C: «È quello il problema». A: «Be', sai, prima o poi arrestiamo tutti quanti, non vi preoccupate. Questo è il nostro mestiere». Seguono telefonate tra Camillo e Alfonso Papa, parlamentare Pdl, ex magistrato, vecchio amico della famiglia Toro.

(da gioacchinogenchi.blogspot.com)

Marcello Dell'Utri, Vittorio Mangano

DELL’UTRI-Pronto?
MANGANO- Buonasera, il dottor Dell'Utri
DELL’UTRI-Oh, caro Mister!
MANGANO-Minchia! Sempre occupato ‘sto telefono!
DELL’UTRI-Si, e per forza. Perché senza ufficio, questa è diventata casa, ufficio, tutte cose.
MANGANO-Ah, l’appartamento, lì è?
DELL’UTRI-Si, a casa.
MANGANO-Perbacco, allora mi dispiace averlo disturbato!
DELL’UTRI-Chi mi disturba? Io stavo lavorando qua, per cui … Dov’è, dov’è?
MANGANO-Sono in albergo. Ha telefonato Tony Tarantino?
DELL’UTRI-Mah, ieri c’ho parlato. Avevo telefonato io, però.
MANGANO-Oggi doveva telefonatre per darci l’appuntamento per me.
DELL’UTRI-Esatto, mi disse che alle quattro mi chiamava.
MANGANO-Alle 4. Io invece, siccome forse lui deve andare fuori, comunque …
DELL’UTRI-Eh, eh
MANGANO-Eh, ci dobbiamo vedere?
DELL’UTRI-Come no? Con tanto piacere!
MANGANO-perché io le devo parlare di una cosa …
DELL’UTRI- Benissimo
MANGANO- Anzitutto un affare.
DELL’UTRI-Eh beh, questi sono bei discorsi.
MANGANO-Il secondo affare che ho trovato per il suo cavallo …
DELL’UTRI-Davvero? Ma per questo dobbiamo trovare i piccioli (i soldi, ndr).
MANGANO-Eh va bè, questo è niente.
DELL’UTRI-No, questo è importante
MANGANO-Perché? Non ce ne hai?
DELL’UTRI-Senza picciolii non se ne canta messa.
MANGANO-Ne hai tanti di soldi. Non buttatevi indietro.
DELL’UTRI-No, non, non scherzo! Sono veramente in condizioni di estremo bisogno.
MANGANO-Vada dal suo principale! Silvio!
DELL’UTRI-Quello ‘n sura (non suda, non sgancia, ndr), manco se…
MANGANO-Non suda? Ma parola d’onore!
DELL’UTRI-E veramente … no, le dico tutto. Ho dovuto pagare per mio fratello soltanto otto milioni solo per la perizia contabile, sto uscendo pazzo, poi ho bisogno di soldi per me per gli avvocati perché sono nei guai … perché sempre per il discorso del pazzo là. Ci dico veramente, io me la prendo a ridere, perché insomma ad un certo punto …
MANGANO-Ah, va bè, si che si può fare?
DELL’UTRI-Anche perché uno … la salute, guarda, è veramente la cosa più importante, per cui dico … sono miliardiario perché c’ho la salute! Purtroppo bisognerà affrontare anche le situazioni …
MANGANO- E lui dov’è, sempre lì a Torino?
DELL’UTRI-Alberto, mio fratello. Si, a Torino. Si,si, a Torino.
MANGANO-A Torino.
DELL’UTRI-Adesso spero che entro un mese ci levano ‘sta camurria …
MANGANO-E rientra
DELL’UTRI-E rientra, insomma si può muovere, comincerà a lavorare … sa, eh ….
MANGANO-E l’ufficio?
DELL’UTRI-L’ufficio non c’è più, l’ho levato. Dov’ero prima io, lei ci venne.
MANGANO-Ho capito …
DELL’UTRI-La società falluta, è venuto il Tribunale, curatori sigilli, eccetera, ed hanno chiuso, tutto … e quindi sono in mezzo ad una strada.
MANGANO- E Tonino (Cinà, altro mafioso palermitano che sarà condannato insieme a Dell’Utri, ndr)l’ha inteso?
DELL’UTRI-Si, l’ho sentito.
MANGANO-E le ha detto qualcosa di me?
DELL’UTRI-No, niente. Mi ha detto che deve venire lui, a fine mese – inizio di Marzo. Si, m’ha detton che lei doveva venire, anche lui dice se vi sentite perché deve venire. Tutto qua, non mi ha detto altro.
MANGANO-Va bene. A che ora ci vediamo?
DELL’UTRI-Quando dice lei.
MANGANO-No, va bene.
DELL’UTRI-Dov’è lei. Al solito in Via Moneta?
MANGANO-Eh, si.
DELL’UTRI-Si?
MANGANO-Si.
DELL’UTRI-E allora si telefona a Tonino? Se mi telefona, aspettava la sua telefonata, oppure…?
MANGANO-No, perché lui mi pare che alle 4 telefona.
DELL’UTRI-Allora che fa? L’aspetto o non l’aspetto.
MANGANO-Si. Meglio è.
DELL’UTRI-Allora aspetto la telefonata di Tonino e ci dico alle 4 e mezza da lei. E’ giusto l’orario?
MANGANO-Magari …
DELL’UTRI-Magari 5?
MANGANO-Ma lo sa lei che può fare, dottore?
DELL’UTRI-Eh?
MANGANO-Può venire qua e lo lascia detto al ragazzo.
DELL’UTRI-No, perché sono solo. Non c’è nessuno. Qui non c’è nessuno.
MANGANO-Perché lui passa qua alle 4.
DELL’UTRI-Ah, passa lui?
MANGANO-Perciò può venire direttamente qua e chiamarlo.
DELL’UTRI-E allora lo fermasse e ci dici che sto arrivando.
MANGANO-Eh, allora aspetto qua.
DELL’UTRI-E’ logico.
MANGANO-E’ ora che la sbrogliamo ‘sta cosa.
DELL’UTRI-Va bene.
MANGANO-Va bene.
DELL’UTRI-OK
MANGANO-Arrivederci

Bruno Vespa, Salvatore Sottile

Vespa: Pronto
Sottile: Bruno!?! Salvatore
Vespa: Ehi!
Sottile: Senti com’è strutturata la trasmissione?
Vespa: Niente dipende da voi…
Sottile: No, aspetta
Vespa: Gliela strutturiamo, gliela confezioniamo addosso…
Sottile: Che fai, fai una ricostruzione sui documenti che ci sono?
Vespa: No no, allora ti facciamo il Berlusconi in parlamento
Sottile: Berlusoni in parlamento
Vespa: Perfetto… E poi i due rapporti insieme
Sottile: I due rapporti insieme…
Vespa: Poi un pezzo sull’inchiesta di Ionta
Sottile: Un pezzo sull’inchiesta di Ionta..
Vespa: Esattamente.. e basta insomma… E poi facciamo un pezzettino.. niente domani viene a fare una conferenza stampa l’avvocato di Saddam Hussein, e se a lui facesse piacere lo potremmo invitare… sennò facciamo un pezzettino… Quello che dice nella conferenza stampa…
Sottile: Ma vabbé fai un pezzettino della conferenza…
Vespa: E come contraddittore?
Sottile: Ehm.. non so tu chi c’hai Fassino?? Chi c’hai?
Vespa: No, non lo so, uno che proponevamo noi se lui non ha niente in contrario sarebbe Rutelli… Non gli va??
Sottile: Non lo so.. non lo so… Aspetta un attimo… E di altre persone chi c’è in più?
Vespa: Di altre persone ci sarebbero Mario Arpino
Sottile: Mario Arpino…
Vespa: Mario Arpino e..Margelletti eventualmente
Sottile: Margelletti… ho capito
Vespa: e.. poi in collegamento Luttwak e Rula..
Sottile: Minchia!!
Vespa: Ma se li volete ehh!!
Sottile: E ru… Gente che ci va in punta di vanga
Vespa: Si si
Sottile: Si si si.. ecco
Vespa: Sento però dei cenni di assenso da parte del tuo principale (Gianfranco Fini nda)
Sottile: No non senti nessun segno di assenso.. Siccome sa che tu sei un pessimo giornalista…
Vespa: E che allora.. infatti.. che facciamo? Proviamo con Rutelli??
Sottile: Gianfranco (fini) che dici Rutelli??
Vespa: Proviamo?
Sottile: (a Gianfranco Fini) O proviamo a Fassino?
Vespa: E’ che Fassino è venuto molto spesso… capisci… è venuto sempre lui…
Sottile: Uno vale la’ltro mi ha detto…
Vespa: L’uno vale l’altro… Va bene… Alle 18 va bene?
Sottile: Alle 18 ti va bene? (domanda a Fini)… Prima, prima, prima…
Vespa: eh.. dimmi a che ora…
Sottile: Prima ehm… 16.30
Vespa: 16.30
Sottile: Si
Vespa: Benissimo… Domani!
Sottile: Domani alle 16.30
Vespa: Aggiudicato
Sottile: Vabbuò Ciao
Vespa: Ciao Ciao…

Angelo Balducci, Diego Anemone, Achille Toro et al.

Il 21 maggio, Roberto Di Mario, il segretario di Angelo Balducci lo informa che il generale Niccolò Pollari, ex direttore del Sismi, vuole incontrarlo: «Quel ragazzo che era venuto con il generale della Guardia di Finanza, non mi ricordo come si chiama, Valletta no Ballotta forse? qualcosa del genere, che lavora con Pollari, è venuto. Lui diceva "se il presidente è libero chiamo il generale che voleva vedere pure lui"».

Balducci si rende disponibile: «Digli che se per lui va bene, domani mattina, magari se non vuol venire in ufficio, che ne so, ci possiamo vedere al Grand Hotel». Il segretario lo contatta nuovamente dopo poco: «Eccomi, allora ti aspetta al Grand Hotel stasera... viene anche questo suo attendente». Dieci minuti prima dell’appuntamento Balducci chiama Anemone.

Balducci: Niente... io c’avevo una riunione con uno dei professionisti adesso per quegli arbitrati che sono rimasti indietro. Però nel frattempo mi sono dovuto riallontanare perché mi ha chiesto... voleva prendere un caffè con me il... diciamo quello che una volta era il capo di "Merulana" per intenderci... quello il più famoso che è molto amico anche di Piero.
Anemone: ah ho capito
Balducci: e che faccio non ci vado? Loro li ho lasciati lì che stanno guardando le carte...E allora fa una cosa magari se tu alle 7 e mezzo ... ci possiamo vedere dove vendono quei vasi, quelle cose o meglio ancora al coso lì, a quello del teatro dell’opera. Ci prendiamo un caffè cinque minuti e poi io rivado lì da loro».

TORO E IL PROCURATORE - Il 10 febbraio scorso, quando scattano arresti e perquisizioni, il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro - accusato dai colleghi fiorentini di aver passato alla "cricca" notizie sull’inchiesta e ora anche di corruzione - contatta il capo del suo ufficio Giovanni Ferrara e in alcuni momenti alludono a passaggi dell’indagine.
Ferrara:...Achille ... tu che fai passi di qui o no?
Toro:... me ne sono tornato a casa Gianni ...sono andati a perquisire pure ... dove stava Stafano (si sbaglia) all’ufficio che mo ... non ho capito ad Infrastrutture ...presso ... a Porta Pia.
Ferrara:...ah! ... perché lui c’ha una cosa là ?
Toro:...lì ..te l'ho accennato .. ha avuto recentemente ... ... quella cosa che ti avevo accennato Ferrara:...ah! ho capito
Toro:...quindi... non lo so che cosa stanno costruendo ... che cacchio hanno fatto ... comunque domani mattina alle 10 mi vedo con l’avvocato... oggi pomeriggio con l'altro avvocato ... e vediamo di capire... alle 9 e mezzo sto in ufficio perché devo vedere l'avvocato ...
Ferrara:...domani vieni perché vediamo che cosa accade domani sui giornali
Toro:...e già lo sto leggendo ora ... già ... il riferimento al magistrato romano su Repubblica Ferrara:...ah sì ... che dicono ? .. no ci sta niente
Toro:... nell'inchiesta sono finite altre 20 persone parlano dell’arresto di Bertolaso
Ferrara:... no mica l'hanno arrestato Bertolaso!!
Toro:... no no .. scusa .. di Balducci ... De Santis e Della Giovampaola ...dunque sono finiti in manette anche De Santis Mauro Della Giovampaola e Diego Anemone ...poi tutto è avvenuto nell’ambito di un'indagine del ROS .. nell'inchiesta sono finite altre 20 persone indagate tra le quali anche un magistrato romano ... e quindi già hanno avuto la notizia ...
Ferrara:... ma certo ... mo sta sull' Ordinanza
Toro:...e Repubblica quindi ... ovviamente .. gli altri non ce l'hanno ancora ma Repubblica già ce l'ha ... quindi ho un attimo il problema di riprendermi io insomma ... hai capito?
Ferrara:... e domani con calma vediamo di ..
Toro:...e domani ... alle 10 viene di corsa ...coso ... Rampioni perché voglio dirgli quello che so insomma ... quello che non so perché qui ... non lo so come lo connettono ... poi insomma io non è che so tutto quello che ovviamente che è avvenuto però non mi pare che noi abbiamo fatto cose che ... va be’ comunque staremo a patire
Ferrara:... va be’ sono cose di prima di dicembre .. quindi non c’era proprio ... allora c’era solo la pendenza ...
Toro:... e no ... dalla comunicazione ... ci sono dei rapporti del Ros ... pure di recente ...di gennaio e del 2 febbraio ...hai capito?
Ferrara:... ah questo non lo so .. non abbiamo le carte .. hai capito?
Toro:... no no ... infatti voglio la copia di quello che hanno notificato a mio figlio per capire che cacchio stanno facendo ... mi preoccupa ’sto fatto che sono andati a perquisirlo pure nell’ufficio nuovo ... figurati un pochettino ... l’immagine per lui... io sono vecchio... che me frega insomma ... ma lui ... in tutti e due gli uffici sia all’Acea che là... va be’... e niente Gianni .. non me la sento oggi Ferrara:...oggi no ....oggi no ... domani
Toro:...parlo con l'avvocato poi appunto scambiamo due parole un attimo, ho bisogno Ferrara:...d’accordo a domani ...ciao

Tre giorni dopo Toro parla con una parente e afferma: «Io qui mi ero già stancato da qualche mese ... ma c’avevo la prospettiva da qui a un anno e mezzo che se ne andava Gianni (Ferrara, ndr) quasi sicuramente diventavo procuratore ...». Invece decide di dimettersi.

LE TELEFONATE CON MINZOLINI - Sia Balducci, sia Anemone mostrano di essere in confidenza con il giornalista Augusto Minzolini. E quando questi diventa direttore del Tg1 lo chiamano per congratularsi, ma non solo. Alle fine di settembre scorso, dopo una serie di telefonate, i tre si incontrano. E, annotano gli investigatori «la ragione di questo incontro si trae dalla conversazione del 2 ottobre tra Patrizia Cafiero e Anemone; la donna lo informa che intanto sta andando all’appuntamento (con Giancarlo Leone) e per l’indomani pomeriggio ha organizzato un incontro al TG1 fra il giornalista Vincenzo Mollica e Lorenzo Balducci per la promozione del film «Io, don Giovanni», nel cui cast compare appunto il figlio dell’ingegner Balducci.

Tre giorni dopo Minzolini chiama Balducci.
Minzolini: allora ... ti è piaciuto?
Balducci:... grazie ... bellissimo.
Minzolini:... è stato proprio bello il servizio ... devo dire che lui è bravo ma anche Mollica è per queste cose.
Balducci:... guarda.. il servizio è venuto benissimo proprio, anche le scene poi si prestavano bene. Minzolini:...come no, infatti erano proprio bellissimi quei...
Balducci: io non ho parole.
Minzolini:...macchè! ... lascia perdere ... volevo soltanto sapere se ti è piaciuto... lui è contento? Balducci:... molto guarda ...
Minzolini:... memo male ... lì è una specie di investitura sai no? ... in quel mondo lì ...(ride)
Balducci: io ti, ovviamente ti avrei chiamato stasera perché non ti volevo
Minzolini: ma che scherzi? ... non ti preoccupare ... volevo sapere così .. son contento
Balducci:...ci vediamo presto?
Minzolini:...quando ti pare.

Gennaro Mokbel et al.

È il 21 settembre 2007 quando il Ros ascolta una conversazione tra la moglie di Mokbel, Giorgia Ricci, Marco Toseroni e Silvio Fanella. Non sanno che nell' ufficio di viale Parioli 63, il quartiere generale di Mokbel, i carabinieri hanno piazzato una cimice. Toseroni, una delle menti finanziarie del gruppo, spiega: «...Diciamo sei milioni di conto... e così ricicliamo veramente tutto, per cui abbiamo superato i 15 milioni dati alla Lega... il federalismo è proprio...».

Il 12 febbraio 2008 nell' ufficio ai Parioli ci sono Mokbel, Toseroni, Fanella e Aurelio Gionta. Il capo appare irritato perché gli affari non vanno come vorrebbe: «...tanto è vero che quando verrà Nicola (Di Girolamo), se tu me ricordi, quando siamo stati a cena con Dell' Utri, con Alberto (nell' intercettazione non si capisce se il riferimento sia a Marcello Dell' Utri o al fratello Alberto, ndr), e lui ha fatto "... C' è la possibilità di una banca, importante, perché con due milioni e mezzo io posso comprare una cosa a Milano"... gli ha attaccato una pippa Nicola... che lui so' tutte chiacchiere, quello non ci sta, quell' altro non ci sta, quello sta fuori...».

Augusto Murri è al telefono con una donna e con un uomo non identificati. «I brutti stanno continuando a lavorare - dice la voce femminile - però niente, si sta cercando di controllare e porre rimedio quando sarà». Subentra la voce maschile: «Noi continuiamo ma io ho dato lo stop a marzo. Deve finire ' sta tarantella, perché bisogna inizia' a prepararsi bene, perché non stamo manco a combatte con uno scemo. Questo è un... è il numero tre d' Italia, quello che ci sta a rompe i coglioni».

(…)

In una telefonata del 30 marzo del 2007 lo fa con tale Luigi, forse Luigi Marotta. Luigi: «Pronto. Posso andare avanti libero?». Carlo Focarelli: «Eh non... quello comunque non si può». L.: «Eh... allora mi devi dire quando...». C.: «Io qui sono come un' ombra, se io vado in un albergo dopo cinque minuti stanno lì. Fammi capire che c... vuoi». L.: «Io che sono il primo che... che riceve il sacco di patate... quando ce l' ho...ricevo cento patate, a un dato momento lo dò a centoventi, l' altro mi deve pagare a centoventi, e allora dove è il... l' utile? Perché se mi paga!». C.: «Ma che sei str...?». L.: «Siamo in... siamo in tanti a esserlo».

C.: «Ok? E gli mandi cento patate». L.: «Cento patate». C.: «Punto!». L.: «Perfetto». C.: «E a chi le mandi?». L.: «Le dò al... al numero uno». C.: «A quello grande no?». L.: «No! Cento patate arrivano, siamo qui a Tubatau e io mando cento patate al mio amico giù». C.: «Nooo! Tu sei scemo! Le patate vanno direttamente al suo interlocutore, quello grande». L.: «Ah arrivano al grande T, il grande T poi le passa al numero uno, giusto? Quando le passa al numero uno, sono... a parte il suo cinque, c' è anche un... un qualcosa in più. Allora il numero uno deve pagargli questo!». C.: «È una partita di giro no? Quindi è un costo!». L.: «Ma il numero uno è nostro». C.: «Ma che c... stai a dì? Statte zitto».

Dopo vari tentativi Focarelli riprova con la patata e il bitorzolo (l' IVA). C.: «Ma all' anima de li mortacci tua! C' hai presente un trasportatore? Che fa, prende la merce e i soldi no?». L.: «Tu l' hai... l' hai già fatto per un anno e mezzo, io no! E nessuno di questi lo ha fatto». C.: «Allora, io ti dò la patata e ti dico "che me la porti a...". Però siccome sono fuori (dall' Italia, ndr) ti dò solo la patata, senza... senza il bitorzolo. Tu che la devi dare internamente, gli devi dare la patata e il bitorzolo. Quando tu la dai a qualcun altro, gli dici: "Scusa, io sono stanco, che gliela porti te? Quanto vuoi? A me mi hanno dato cento lire, a te ti va bene se te ne dò novantanove, più il bitorzolo su novantanove?».

L.: «Sì... sì». C.: «La patata non c' entra un c..., tu non paghi la patata, vieni pagato, ti danno la patata e i soldi perché la devi trasportare». L.: «Spiegami chi è che fa la fattura». C.: «T, grande T fa la fattura che si incolla il trasporto al tuo posto perché tu stai a fa' da passamano no! Fattura a te novantacinque più Iva, va bene? Ci sei?». L.: «E tu fatturi, io te la dovrò fatturare a te se ti dò la patata». C.: «L' anima de li mortacci tua! Ma tu quando telefoni, che fai telefoni e fai pure la fattura o paghi la bolletta? E allora sarà uguale no!».

(dal Corriere)

Gennaro Mokbel, Nicola Di Girolamo

Mokbel: "Se t'è venuta la "candidite", se t'è venuta la "senatorite" è un problema tuo, però stai attento... ultimamente io sò stato zitto, ma oggi mi hai riempito proprio le palle Nicò, capito?" .S: "Comunque, guarda, mi dispiace...". Mokbel: "Devo aprì bocca Nicò? devo aprì a bocca mia? Io quando apro a bocca faccio male, a secondo del male che si fa, Nicò, hai capito? Vuoi che parlo io?". Di Girolamo è impaurito e risponde: "Io ieri ho sbagliato". Più minacciosa la replica di Mobkel: "Non me ne frega un cazzo, a me di quello che dici tu, per me Nicò puoi diventà pure presidente della Repubblica, per me sei sempre il portiere mio, cioè nel mio cranio sei sempre il portiere, non nel senso che tu sei uno schiavo mio, per me conti come il portiere, capito Nicò? Ricordati che io per le sfumature mi faccio ammazzà e faccio del male".

Ed in un altro passaggio Mokbel passa apertamente alle minacce.M: "Oggi devo stare con la mia gente... sei una grandissima testa di cazzo... Nicò sei proprio sballato, sei una grande delusione lo sai Nicò, ha avuto comportamenti strani, fra te e "Pinocchio (Marco Toseroni socio di Mokbel e di Di Girolamo in alcune società, ndr).. qui stiamo lavorando visto che siamo, nonostante tutto, soci...".

Mokbel è un fiume in piena e ricorda al senatore Di Girolamo, come è stato "creato" ed "eletto" al Senato della Repubblica e gli dice che deve trovare posti di lavoro alle persone che Mobkel gli segnalava: "Mò ricordati che devi pagà tutte le cambiali che so state aperte e in più devi pagà lo scotto sulla tua vita, Nicò perché tu una vita non ce l'avrai più.. ricordati che dovrai fare tutte le tue segreterie tutta la gente sul territorio, chi te segue le Commissioni, il porta borse, l'addetto stampa, il cazzo che se ne frega... ma come ti funziona sto cervello Nicò?".

Mokbel parla di affari con altri indagati e della facilità con cui passa i controlli, anche a Fiumicino: "Io a Fiumicino non mi ferma nessuno, faccio passare quello che mi pare senza problemi, droga, brillanti...". Poi parlano di affidare un incarico al senatore Di Girolamo per portare soldi all'estero, anche ad Hong Kong.

Ad un certo punto, però, i rapporti tra Mokbel ed il senatore Di Girolamo si guastano: "Dovendo trovare una collocazione per Di Girolamo, Mobkel diceva al neo-senatore, "dobbiamo trovare un altro partito dove infilarci perché ieri sera è venuto il senatore De Gregorio, l'onorevole Bezzi, tutti quanti si sono messi a tarantella, siccome De Gregorio è l'unico che l'ha l'accordo blindato con Berlusconi... cioè si presenta in una delle liste... e poi fanno la segreteria nazionale... io adesso preferisco vedere se trovo la strada sempre per Forza Italia che sarebbe ancora meglio...".

Con il tempo i rapporti tra Mokbel ed il senatore degenerano perché Di Girolamo non farebbe "esattamente" quello che gli consiglia Mokbel. Che, in una telefonata, lo aggredisce: "Nicò, non stai facendo un cazzo, perdendoti nelle tue elucubrazioni, ti ho avvisato una, due, tre volte ed io con un coglione come te non me ce ammazzo... vuoi far il senatore, prendi i tuoi sette mila euro al mese, vattene affanculo a non me rompè se no ti metto le mani addosso".Ma Di Girolamo, preoccupandosi del ruolo di riciclatore per Mokbel e per la cosca, si schernisce: "Non mi va a finire come Coppola e Fiorani".

(da Repubblica)

Gennaro Mokbel, Franco Pugliese

Pugliese: "A bello mio, io è da sabato che non dormo, ho perso la voce per questo cazz di elezioni e voi (Mokbel e Di Girolamo ndr) non mi chiamate, manco a dì fratello mio tutto a posto..". Mokbel: "Non t'ha chiamato Paolo Colosimo?". E Pugliese: "Ma non basta solo Paolo". Mokbel: "Poi ti spiego.. mo' ha chiamato Fini, stamattina. Fini. Gianfranco Fini".

Pugliese: "T'ha chiamato Fini, Gianfranco Fini?". Mokbel: "Ha chiamato Nicola.. e l'ha convocato, mo non su quando esce questo. Per cui sto come un coglione in un ufficio di persone... a Roma". Mokbel conforta Pugliese dicendogli che le promesse saranno mantenute che Nicola andrà giù, in Calabria per ringraziare e Pugliese risponde: "Ogni promessa è debito, perché noi la promessa è la Germania".

Nell'ordinanza si parla anche di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, in carcere per alcuni omicidi e Gennaro Mokbel, dice di averli aiutati, anche economicamente. "Leo - dice Mokbel - li ho tirati fuori tutti io con i mei soldi.. mi sono costati , un milione e due..". E parlando dei suoi affari milionari, Mokbel dice ad un suo amico: "Amo cementato proprio, ce potevamo costruì il Colosseo qui...".

(da Repubblica)

Gennaro Mokbel, Nicola Di Girolamo et al.

È il 18 marzo 2008, neanche un mese prima delle elezioni politiche del 13 e del 14 aprile 2008, quando Gennaro Mokbel parla al telefono dei suoi intenti politici e degli appoggi sui quali contare: "Noi siamo un partito, il Partito federalista italiano... (Questa) è una richiesta fatta da Brancher e Brancher è il braccio destro di Berlusconi e Tremonti, praticamente l'uomo operativo che screma qualsiasi iniziativa e poi la porta avanti".

L'ambasciatore a Bruxelles. "L'ambasciatore vi ha invitato a pranzo, per cui...È un amico è proprio un amico, per cui...". Stefano Andrini, ex ad dell'Ama servizi (l'Azienda municipale per l'ambiente del Comune di Roma) ha organizzato un viaggio in Belgio per Di Girolamo per "programmare - scrive la procura - l'iscrizione del candidato all'Aire (Anagrafe degli italiani all'estero ndr) del consolato italiano".

Il 14 febbraio 2008 l'aspirante candidato riceve una telefonata da Andrini. A: "Io avevo scelto Bruxelles fra le tante cose perché io so che l'ambasciatore è un amico...". E Di Girolamo: "No... no... dovremmo avercela fatta". Alle 23,31 della stessa sera Di Girolamo contatta Giorgia Ricci, moglie di Mokbel. D: "Vabbè ho fatto proprio il ciriola, ho fatto il galante.... e dopo chi ci ha dato una mano invece grossa è stato poi l'ambasciatore". È lo stesso ambasciatore, Sandro Maria Siggia, a offrire il proprio aiuto a Di Girolamo: "Se lei vuole io ho tre o quattro avvocati di fiducia dell'ambasciata".

Di Girolamo e l'ambasciatore Siggia. D: "Ambasciatore io sono rimasto, lei ci crede che ho fatto una fotocopia della sua lettera..... l'ho portata a casa e c'avevo i brividi.... e i miei figli hanno avuto i brividi.... per cui lei continua essere il detentore di grandi emozioni per la mia famiglia e adesso la vogliono conoscere tutti. S: "Eehhh.... venite a Bruxelles ... sarete ospiti da noi". D: "La ringrazio di cuore... al di là di ogni cosa.... però è stata una certificazione che non mi aspettavo". S: "Ma per carità.... Senta, io le volevo dire... sa... siccome lei è l'unica persona che è stata eletta in Belgio. D: "Si...". S: "Sa i giornalisti chiedono di lei e ce ne uno belga che voleva sapere quale è il suo studio legale in Belgio ... il suo recapito. Io ho detto che non lo sappiamo per la privacy.... però io volevo dirle insomma ... bisogna che in un certo senso troviamo un modo". D: "Certo...". S: "Io la volevo avvertire perché è bene che lei .... insomma stabilisca in un certo senso... un recapito.... dicendo che lei di tanto in tanto.... lei si reca a Bruxelles per i suoi affari".

Il direttivo di An. Nella conversazione del 14 febbraio 2008 Andrini comunica a Di Girolamo l'inserimento nella lista di candidati. A: "Il paradosso è che a te ti hanno messo al Senato e a lui (Gianluigi Ferretti) l'hanno tolto perché c'è Tremaglia che rompe le palle... per cui per sacrificare qualcuno... Tremaglia aveva messo ieri il veto, per me, per un altro in Brasile e per Ferretti...... oggi Fini ha tolto per me e per quello in Brasile ma per dargli qualcosa a Tremaglia... qui siamo al delirio perché un partito politico non può funzionà così... però per dargli un osso a Tremaglia ha tolto Ferretti".

Andrini afferma che avrebbe cercato di fare un "ulteriore intervento su Alemanno". Due giorni prima la procura aveva intercettato conversazioni che dimostravano "l'interessamento di Andrini per presentare Mokbel e Di Girolamo all'onorevole Marco Zacchera, parlamentare vicino ai vertici di An". "Cinquanta mila euro per Andrini". "Sapendo che facevo politica - spiega Mokbel a Di Girolamo parlando di Andrini - ha provato a ricontattarme un paio di volte, ci siamo visti... Però, Nico', può essere che se lui viene trombato un domani, si aspetta qualcosa da noi, questo qualcosa è 50 mila euro che io gli ho già dato in parte... Pagato... Mi fai candidà a Nicola, 50 mila... Ti ho pagato... Tu però, che cosa vuoi da Nicola?...".

Berlusconi e Buzzanca all'inaugurazione del partito. Per l'inaugurazione della sede del partito in viale Parioli, il 26 giugno 2007, Roberto Macori chiama Mokbel informandolo che ha invitato anche l'attore Lando Buzzanca, "conosciuto casualmente". Poi dice che stanno aspettando Berlusconi. E Mokbel commenta: "A voi ve tocca sgobbarvela tutta, lo sai? Fino a quando non arriva lui...". E Macori: "Noi, fino a quanno non arriva lui non se ne annamo"."Il partito dove infilarsi".

Scrivono gli inquirenti: "Il soggetto individuato da Gennaro Mokbel per le elezioni politiche del 13 e del 14 aprile 2008 era uno dei suoi più diretti collaboratori, l'avvocato Nicola Paolo Di Girolamo la cui candidatura veniva inserita nelle liste del Pdl nella circoscrizione Estero, ripartizione Europa. Questo sarà sempre diretto e condotto da Mokbel in ogni passo della sua avventura politica". Prima però, siamo nel febbraio 2008, "dobbiamo trovare un partito dove infilarti", dice Mokbel a Di Gennaro, "perché ieri sera è venuto il senatore de Gregorio, l'onorevole Bezzi e tutti quanti se sò messi a tarantellà...".

L'ombra della massoneria e i contatti con Capezzone. Mokbel, il 24 luglio 2007, viene chiamato da "Pasquale Di Todaro, un giornalista con cui parla di possibili alleanze politiche con soggetti legati ad ambienti massonici": "Senti", dice Di Todaro, "c'è un amico, un fratello, un bel gruppo di un centinaio di persone del Somi, il Sovrano ordine massonico in Italia, che volevano prendere contatto con Daniele Capezzone, perché hanno intenzione di mettere su un movimento politico... E gli ho detto: scusate tanto, perché Capezzone? Vi metto in contatto io con altre persone...".

I contatti con Tajani. Il giorno dopo la proclamazione dei risultati elettorali, Mokbel si lamenta con i suoi perché "Di Girolamo non si era congratulato con i suoi collaboratori": "Io la gente mia non l'accanno mai... Io oggi potevo essere no un senatore, sono andato a discutere con Antonio Tajani per Fabio Arigoni o annà a piscià Gianni Sammarco con l'Orco (Sergio Placidi) sempre per il Tacchino (Fabio Arigoni) o annà a registrà Antonio Tajani per Luchino e via dicendo...".

I servizi segreti di Singapore. È il 5 maggio 2008, Nicola Di Girolamo è "senatore" da una ventina di giorni e Gennaro Mokbel parla al telefono con un tale Fabio: "Nicola è venuto a Roma, deve incontrare il responsabiole dei servizi segreti di Singapore e alla riunione ci saranno Zappa che è il direttore generale di Finmeccanica e Lorenzo (Cala) che è l'amico di un amichetto di Brancher".

I contatti con l'M5. I legami della rete di Mokbel con i servizi segreti internazionali, con l'M5 britannico, per esempio, spuntano in una conversazione con Marco Toseroni, soprannominato il Broker, mentre discutono di affari da fare all'estero: "Tra l'altro, scusami Marco, l'avvocato nostro di Singapore già ha dato disponibilità, mi ha mandato oggi una email per fare quel pranzo, quella cena con il suo capo, con il capo dell'M5, solo che devo sentire prima Marco".

(da Repubblica)

Silvo Berlusconi - Patrizia D'Addario - Gianpaolo Tarantini

Ottobre 2008, Patrizia D'Addario sta per varcare per la prima volta la soglia di Palazzo Grazioli. Gianpaolo Tarantini la chiama per mettere a punto gli ultimi dettagli. E la sera in cui, racconterà Patrizia alla stampa, la escort non acconsente a trascorrere la notte col premier (per non prestarsi ad un gioco erotico di gruppo) e per questo riceve soltanto metà del carnet pattuito.

GT: Allora ...
P: mi volevi parlare?
GT: non volevo parlare, volevo dirti... che alle nove e un quarto vi passo a prendere l'autista e andiamo lì ...
Ragazza: andiamo lì ... poi se lui decide rimani lì ...
P: ...e mille per la serata.
GT: Mille ora già te li ho già dati ... poi se rimani con lui ... ti fa il regalo solo lui ... ah ... vedi che lui non usa il preservativo ... eh
P: Ma non esiste una cosa senza preservativo ... come faccio a fidarmi?
GT: Ma ... è Berlusconi ...
P: Ma tu chi sei? Guarda che ... sai quanta gente è rimasta ...
GT: Sai quanti esami fa lui?
P: Lo so, ma ... sai ... per noi donne è anche più bello ... voglio dire ... ma sentire una cosa del genere ...
GT: Tu puoi decidere, però lui non ti prende come escort, capito? lui ti prende come un'amica mia, che ho portato ...


Mattina del 5 novembre: dopo la seconda serata trascorsa a Palazzo Grazioli in compagnia di Gianpaolo Tarantini e due ragazze immagine (una è Barbara Montereale), Patrizia D'Addario si sveglia al fianco del premier dopo la notte passata insieme. Berlusconi ha disertato l'appuntamento con la fondazione Italia-Usa per seguire lo scrutinio elettorale Usa, e ora fa colazione con la escort.

PD: Scusami (ero in bagno)
SB: Allora, come stai?
PD: io bene. Tu?
SB: Tranquillo. Allora, prendiamo il caffè o il tè?
PD: Tè

SB: Allora io vado via, tu ti leggi il giornale
PD: Che prendo?
SB: C'è di tutto di più
PD: E' dolcissimo sai. E poi la tisana era superdolce
SB: Ecco perchè non lo giro, perchè mi fregano con questo fatto
PD: Il miele non è zucchero

PD: Che dolore, all'inizio mi hai fatto un dolore pazzesco
SB: Ma dai! Non è vero!
PD: Ti giuro, un dolore pazzesco all'inizio
SB: Mi vuoi dare il cognome?
PD: Si, è un cognome famoso. C'è una grossa concessionaria che fa pubblicità, un grosso dottore ginecologo
SB: (legge un biglietto?) D'Addario?
PD: Sì, non è tanto comune....
SB: D'Addario...


Ottobre 2008, di nuovo la prima sera a Palazzo Grazioli. Berlusconi parla di economia davanti a Patrizia D'Addario, Giampaolo Tarantini e gli altri ospiti, magnificando il suo ruolo sulla scena mondiale in vista della presidenza italiana del G8.

SB: Perché vado a Berlino? Vado a Berlino per la riunione Europa Asia. Ma invece a partire dal primo di gennaio sono il responsabile dell'organismo internazionale che governerà l'economia del mondo
VOCE FEMMINILE: Eeeehhh
SB: che si chiama ora G8, poi sarà G14 con dentro India, Cina, Sud Africa, Messico , Egitto, Brasile. E poi G16... E io dovrò andare in tutti questi paesi e per un anno dare l'avvio alla gestione dell'economia mondiale che non si è reso possibile...Per cui è un organo che raccoglie i leader dell'80 per cento dell'economia che devono decidere di applicare le leggi dell'economia in un momento complesso di crisi...Io per avventura...io sono l'unico al mondo che ha presieduto due volte nel 1994 e nel 2002, non c'è nessun altro che ha presieduto due volte...Siccome si va a sedici, uno deve stare lì, e si fa un anno ciascuno, ora sono in-su-pe-ra-bi-le...tre volte! ed è un grande risultato per l'Italia...


Uno dei pallini berlusconiani: le bellezze artistiche dell'Italia: il premier ne parla con Patrizia D'Addario.

SB: io sono andato in Finlandia...mi hanno fatto vedere una cosa...una chiesa di legno, cadente...Noi qui abbiamo...40mila parchi storici con tutti i tesori dentro, 3500 chiese, 2500 siti archeologici, pari al 52% di tutte le opere d'arte catalogate al mondo e al 70% di tutte le opere d'arte catalogate in Europa: questa è l'Italia.
PDA: E' perché non vengono più?

Sempre la stessa sera d'ottobre. Patrizia sta per arrivare nella residenza romana del premier e si informa con un uomo che la accompagna di cosa la attende nelle stanze di Berlusconi.

UOMO: ... dietro sto. [...]
PATRIZIA: ma adesso ceniamo? poi a che ora diciamo...di solito...
UOMO: ...non lo so io...perché...so che il presidente è un po' allegro..canta....dice qualche barzelletta
PATRIZIA: pure noi possiamo cantare?
UOMO: ...e si fa un po' più.. ... però...non c'è problema

Il premier fa gli onori di casa, si presenta alle ragazze che gli faranno compagnia e incrocia per la prima volta Patrizia D'Addario.

VOCE MASCHILE: Clarissa...
SB: Ciao, tutto bene?
RAGAZZA: Assolutamente
SB: Ciao
PD: Alessia
SB: Ah che carine ... complimenti
PD: grazie
RAGAZZA: Tutte in nero!
SB: Ahhh!
VOCE MASCHILE: Tutte in nero!
RAGAZZE: Tutte in nero!
SB: Io tra l'altro pensa... che per il nostro teatro ho ordinato 22 costumi, sai quei costumi...li hanno fatti
VOCE MASCHILE: dimentichi qualcosa?
SB: Allora...tu di dove sei?
PD: Io sono di Milano [però vivo attualmente vivo a Bari] ...
SB: Cosa fai?
PD: sto occupandomi di un'operazione immobiliare [...] va un po' male perché da sola è un po' dura

Torniamo al 4 novembre e alla notte della elezione di Barack Obama. Berlusconi è atteso alla fondazione Italia-Usa per la maratona degli scrutini, ma preferisce restare a casa con Patrizia D'Addario. A via Veneto lo attendono per ore senza avere una motivazione ufficiale per la defezione.

SB: questo [libro?...] l'ho disegnato io
PD: l'hai fatto molto bene
SB: l'altra volta ce l'avevi?
PD: Sì
SB: C'eri già l'altra volta?
PD: Sì
SB: ma tu pensa... e questa? prendi
PD: no questa no
SB: è la più bella
PD: è bellissima questa
SB: prenditi questa la regali a qualcuno
PD: no
SB: no, sarebbe uno spreco
PD: anche questa l'hai disegnata tu?
SB: questa è una mia idea ma non l'ho disegnata io. ma guarda che roba...com'è fatta. questo è un mio amico che me l'ha fatta. che mi fa tutte le cose...io mi faccio una doccia anch'io... e poi, poi mi aspetti nel lettone se finisci prima tu?
PD: quale lettone.. quello di Putin?
SB: quello di Putin
PD: ah che carino..quello con le tende

In sotto fondo si sente della musica. Si riconoscono due canzoni: “Gente magnifica gente” di Sal da Vinci e “Zoccole, zoccole” dello stesso autore. Entrambe tratte dal musical “Scugnizzi”.

Passata la notte a Palazzo Grazioli (è la mattina del 5 novembre) Patrizia chiama Gianpaolo Tarantini, l'uomo che l'ha ingaggiata per la serata.

PD: Pronto buongiorno
GT: Buongiorno
PD: Come stai?
GT: Bene
PD: Non abbiamo chiuso occhio stanotte
GT: Eh immagino, come è andata?
PD: Bene, niente busta però
GT: Veramente?
PD: Giuro. Come mai? Tu mi avevi detto che c'era una busta. Mi ha fatto un regalino, non so, una tartarughina
GT: Uhm
PD: E poi mi ha fatto una promessa
GT: Cioè?
PD: Che..va beh te lo posso dire, tanto tu sei la guardia di tutto, mi ha detto che mi mandava gente sul cantiere, l'ha detto lui quindi ci devo credere?
GT: Si, e va beh se lo dice lui. Gli hai dato il tuo numero?
PD: Si, gli ho dato il mio numero, l'ha voluto stamattina anche il mio cognome e ha detto che mi avrebbe aiutata sul cantiere mi mandava gente
GT: E beh va beh oh
PD: E poi ha detto che vuole rivedermi con un'amica perché..in due
GT: Senti ma come? a che ora sei tornata?
PD: Adesso, adesso che ti sto chiamando
GT: Ma dove stai, in albergo già?
PD: Si adesso
GT: ci vediamo per un caffè
PD: Sì se vuoi noi siamo qui in albergo, non sappiamo nemmeno a che ora dobbiamo partire
GT: Amò ti ho mandato un messaggio ieri
PD: Ah, c'era scritto l'orario che dobbiam partire? Siccome Barbara ha detto, appena sono arrivata ha detto "Hai avuto la busta, 5000 euro" ho detto no, io non ho preso proprio niente
GT: Ti volevo dire una cosa, di me ha detto qualcosa no?
PD: Mah mi ha chiesto solo da quanto tempo ci conosciamo io e te, ho detto da tantissimo tempo, ho fatto bene?
GT: Brava si
PD: Ho detto che ci conosciamo da tanto tempo, Barbara è anche una mia amica ho detto, lui ha detto che ha una sua amica e vuole farmi leccare da una sua amica
GT: Ahahahah
PD: Ti giuro, così mi ha detto. Molto affettuoso, tutta la notte non abbiamo dormito
GT: E' bravo comunque lui
P.D: E poi lui stesso mi ha chiesto del cantiere, gli ho detto qua lo sto portando avanti da sola, però non è facile giù al sud, una ragazza da sola, anche perché è una cosa abbastanza grossa e lui mi ha detto ti manderò io qualcuno, mi auguro che sia vera

Poco più tardi, quella stessa mattina, il telefono di Patrizia torna a squillare: dall'altro capo c'è Silvio Berlusconi, in partenza per Mosca.

PD: Pronto?
SB: Come stai questa mattina?
PD: Come stai?
SB: Questa mattina
PD: Bene
SB: Tutto bene?
PD: Si..tu?
SB: Io si, ho lavorato tanto, questa mattina sono andato a inaugurare questa mostra, ho fatto un bellissimo discorso, con applauso e non sembravo stanco
PD: Eh infatti come me, io non ho sonno non ho dormito, è andata via solo la mia voce
SB: Beh come mai? Non abbiamo gridato
PD: Eh eppure non ho urlato, chissà perché è andata via la voce, sai perché? Perché ho fatto la doccia, 10 volte con l'acqua ghiacciata perché avevo caldo
SB: Va bene senti, tutto bene?
PD: Si tutto bene
SB: Hanno consumato, io sto partendo adesso per Mosca
PD: Va bene
SB: Ti chiamo domani quando torno eh?!
PD: Ok, un bacione forte anche a te
SB: ciao
PD: ciao
SB: ciao tesoro
DONNA: ciao un bacio

(da L'Espresso)

Silvo Berlusconi - Agostino Saccà

Berlusconi: Agostino!
Saccà: Presidente! Buonasera ..come sta ... Presidente...
Berlusconi: Si sopravvive...
Saccà: Eh .. vabbè, ma alla grande, voglio dire, anche se tra difficoltà, cioè io ... lei è sempre più amato nel paese ...
Berlusconi: Politicamente sul piano zero ...
Saccà: Si.
Berlusconi: ... Socialmente, mi scambiano ... mi hanno scambiato per il papa..
Saccà: Appunto dico, lei è amato proprio nel paese, guardi glielo dico senza nessuna piangeria ...
Berlusconi: Sono fatto... oggetto di attenzione di cui sono indegno ...
Saccà: Eh .. ma è stupendo, perchè c'era un bisogno ... c'è un vuoto ... che .. che lei copre anche emotivamente ... cioè vuol dire ... per cui la gente .. proprio ... è cosi ... lo registriamo...
Berlusconi: E' una cosa imbarazzante ..
Saccà: Ma è bellissima, però
Berlusconi: Vabbè .. allora?
Saccà: Presidente io la disturbo per questo, per una cosa fondamentale, volevo dirle alcune cose della Rai importanti in questo momento, perchè abbiamo faticato tanto per conservare la maggioranza .. eh, la maggioranza cinque è importante anche in questo passaggio, riusciamo a conservarla per un anno dopo la ... ma è strategica questa cosa, ma se la stanno giocando in una maniera .. stupida ... proprio, cioè ... quindi, volevo.. lei già lo sa ... perchè le avevo... volevo darle questo allarme, perchè, allora, se abbiamo la maggioranza in consiglio, e quindi abbiamo una forte importanza, questa maggioranza non la smonta più nessuno ormai dopo la decisione...

Berlusconi: si, ... non capisco Urbani che fa lo stronzo, no?!
Saccà: Mah! Allora ... Urbani, io non .. non lo so .. penso che in questi giorni sono stati più i nostri alleati ... che hanno un pò .. no! ... lui forse ha fatto un errore su Minoli ...e l'altra volta ... eh .. però sono stati un pò .. AN e anche la Lega, che per un piatto di lenticchie hanno spaccato la maggioranza ... dopo quindici giorni, in cui la maggioranza era uscita saldissima dalle aule giudiziarie, cioè quello che non è riuscito con specie ...
Berlusconi: Mamma mia, vabbè, adesso io ho dovuto ... interessarmi di questa cosa....
Saccà: Gli è riuscito con Speciale .. gli è riuscito forse con quello della Polizia ...
Berlusconi: .. adesso li richiamo .. a ..(parola incomprensibile) ...
Saccà: Li richiami lei all'ordine .. Presidente ...
Berlusconi: Daccordo.
Saccà: .. perchè abbiamo una grande vittoria .. qui in azienda stavamo riprendendo ...anche con Sensi ... Ingiro (fonetico) ..
Berlusconi: vabbè .. va bè .. adesso vediamo, vediamo un pò. Senti, io ... poi avevo bisogno di vederti ..
Saccà: Si.
Berlusconi: perchè c'è Bossi che mi sta facendo una testa tanto ..
Saccà: si .. si ..
Berlusconi: .. con questo cavolo di .. fiction .. di Barbarossa ..
Saccà: Barbarossa è a posto per quello che riguarda .. per quello che riguarda Rai fiction, cioè in qualunque momento ...
Berlusconi: allora mi fai una cortesia ...
Saccà: si
Berlusconi: puoi chiamare la loro soldatessa che hanno dentro il consiglio ..
Saccà: si.
Berlusconi: .. dicendogli testualmente che io t'ho chiamato ...
Saccà: vabbene, vabbene ..
Berlusconi: ...che tu mi hai dato garanzia che è a posto ..
Saccà: si, si è tutto a posto ..
Berlusconi: .. chiamala, perchè ieri sera ..
Saccà: la chiamo subito Presidente ...
Berlusconi: ... a cena con lei e con Bossi, Bossi mi ha detto, ma insomma .. di qui di là ... dice ... Ecco, se tu potevi fare sta roba ...mi faresti una cortesia.
Saccà: allora diciamola tutta ... diciamola tutta Presidente .. cosi lei la sa tutta, intanto il signor regista ha fatto un errore madornale perchè un mese fa ... ha dato .. e loro lo sanno .. ha dato un'intervista alla Padania, dicendo che aveva parlato con Bossi e che era tutto... io, ero riuscito a rimetterla in moto la cosa, che era tutto a posto perchè aveva parlato col Senatur .. bla, bla, bla ... il giorno dopo il corriere scrive ...
Berlusconi: esiste ... (parola incomprensibile) ...
Saccà: in due pezzi, dicendo, Saccà fa quello che gli chiede la ..(parola incomprensibile) le mando poi gli articoli ... così...
Berlusconi: chi è il regista?
Saccà: il regista è Martinelli, che è un bravo regista, però è uno stupido,un ingenuo, un cretino proprio...
Berlusconi: uhm ...
Saccà: un cretino, mi ha messo in una condizione molto difficile, perchè mi ha scritto un articolo sul corrier della sera ... e poi non contento, Grasso sul Magazine del corriere della sera ... scrive il potente Saccà fa quello che gli dice Berlusconi e basta ... ecc. .. che poi, non è vero, lei non mi ha chiesto mai ...
Berlusconi: allora ascoltami...
Saccà: lei è l'unica persona che non mi ha chiesto mai niente ... vogliodire ...
Berlusconi: io qualche volta di donne ... e ti chiedo ... perchè ..
Saccà: si, ... ma mai ...
Berlusconi: ... per sollevare il morale del capo .. (ridendo)
Saccà: eh esatto, voglio dire ... ma, mi ha lasciato una libertà culturale di ... ideale totale .. voglio dire .. totale .. e questo lo sanno tutti, allora perchè, e, malgrado questo, io sono stato chiamato poi dal Presidente, dal Direttore Generale: "Mah! Com'è sta cosa!?" Questa cosa vale perchè, vale perchè Barbarossa è Barbarossa, perchè Legnano è Legnano...
Berlusconi: certo, certo ..
Saccà: perchè i Comuni a Milano hanno segnato la civiltà dell'occidente .. voglio dire ..
Berlusconi: daccordo .. vabbene ...
Saccà: Quindi, adesso io la chiamo subito ecc. ... Presidente, poi quando lei ha un attimo di ...
Berlusconi: la settimana prossima sto a Roma ... vieni a trovarmi quando vuoi ..
Saccà: eh .. vediamo ..
Berlusconi: ... chiama la Marinella lunedi ...
Saccà: mi metto daccordo con Marinella ...
Berlusconi: .. lunedi che ci mettiamo daccordo, vabbene. Senti, tu mi puoi fare ricevere due persone ...
Saccà: assolutamente...
Berlusconi: .. perchè io sono veramente dilaniato dalle richieste di coso ....
Saccà: assolutamente ..
Berlusconi: con la Elena Russo non c'era più niente da fare? Non c'è modo...?
Saccà: no .. c'è un progetto interessante .. adesso io la chiamo ..
Berlusconi: gli puoi fare una chiamata? La Elena Russo; e poi la Evelina Manna. Non centro niente io, è una cosa ... diciamo ... di...
Saccà: chi mi dà il numero?
Berlusconi: Evelina Manna ... io non c'è l'ho ...
Saccà: chiamo ..
Berlusconi: no, guarda su Internet ..
Saccà: vabbè, la trovo, non è un problema ... me la trovo io ..
Berlusconi: ti spiego che cos'è questa qui ..
Saccà: ma no, Presidente non mi deve spiegare niente ..
Berlusconi: no, te lo spiego: io stò cercando di avere ...
Saccà: Presedente, lei è la persona più civile, più corretta..
Berlusconi: allora ... è questione di .. (parola incomprensibile, le voci si accavallano) ....
Saccà: ma questo nome è un problema mio ...
Berlusconi: io stò cercando ... di aver la maggioranza in Senato ...
Saccà: capito tutto ...
Berlusconi: eh .. questa Evelina Manna può essere .. perchè mi è stata richiesta da qualcuno ... con cui sto trattando ...
Saccà: presidente ... a questo proposito, quando ci vediamo, io gli posso dire qualcosa che riguarda la Calabria .. interessante ...
Berlusconi: molto bene...
Saccà: .. perchè c'è stato un errore, in una prima fase c'è stato un errore per la persona che ha mediato il rappor ... poi glielo dico a voce ...
Berlusconi: .. che non andava bene?
Saccà: .. non andava bene ..
Berlusconi: devo farlo io direttamente.
Saccà: esatto, non andava bene per nulla ..
Berlusconi: va bene ...
Saccà: poi le dico meglio ... Presidente ..
Berlusconi: va bene, io sto lavorando in operazione libertaggio .. l'ho chiamata così, va bene?
Saccà: va bene ...
Berlusconi: va bene .. se puoi chiamare questa signora qui ...
Saccà: la chiamo .. e poi quando ...
Berlusconi: Evelina Manna ...
Saccà: .. ci vediamo le riferisco ..
Berlusconi: .. e anche Elena Russo ... grazie, ci sentiamo ..
Saccà: vabbene ... allora arrivederla Presidente ...
Berlusconi: la settimana prossima ci vediamo ...
Saccà: .. oh .. metta le mani però su sta maggioranza ... perchè veramente io ho rischiato tanto per avere la maggioranza in consiglio ....
Berlusconi: faccio questo .. anche se ...
Saccà: ... e si è sciolta dopo la set ... abbiamo fatto una figura barbina!
Berlusconi: va bene ...
Saccà: .. ma non per colpa .. mi creda ... di Urbani ....
Berlusconi: daccordo ...
Saccà: Urbani fa altre cazzate ...
Berlusconi: Si, si va bene!
Saccà: grazie Presidente ..
Berlusconi: grazie ciao ... ci vediamo la settimana prossima.

Silvo Berlusconi - Marcello dell'Utri

Silvio:Pronto?
Marcello: Pronto.
Silvio: Marcello!
Marcello: Eccomi!
Silvio: Allora, è Vittorio Mangano.
Marcello: Eh!
Silvio: ...che succede se ha messo la bomba.
Marcello: Non mi dire!
Silvio: Sì.
Marcello: E come si sa?
Silvio: E... da una serie di deduzioni, per il rispetto che si deve all'intelligenza.
Marcello: Ah, è fuori?
Silvio: Sì, è fuori [fuori dal carcere, in libertà].
Marcello: Ah, non lo sapevo neanche.
Silvio: Sì; questa cosa qui, da come l'ho vista fatta con un chilo di polvere nera, una cosa rozzissima, ma fatta con molto rispetto, quasi con affetto... è stata fatta soltanto verso il lato esterno. Secondo me, come un altro manderebbe una lettera o farebbe una telefonata, lui ha messo una bomba.
Marcello: Alla Mangano, sì sì.
Silvio: Un chilo di polvere nera, cioè proprio il minimo...
Marcello: Sì, sì, cioè proprio come dire mi faccio sentire, sono qui presente.
Silvio: Sì. Uno: "ma è arrivata una raccomandata, caro dottore?" Lui ha messo una bomba.
(risate)
Marcello: Lui non sa scrivere!
(risate)
Silvio: Su con la vita!
Silvio: (...) la verità ai carabinieri gli ho detto, (...) telefonata, io trenta milioni glieli davo. Scandalizzatissimi. "Come trenta milioni?! Come?! Lei non glieli deve dare, noi l'arrestiamo!" Gli dico: "Ma nooo, su', per trenta milioni!" Poi mi hanno circondato la villa, no? (...) sera siamo usciti, io ([e fedele?]) dalla macchina, paurosissimi (...)
Marcello: Ormai non sei uscito più.
Silvio: Poi casomai vediamo.
Marcello: Va be', sentiremo